PALAZZO DELLA RAGIONE
Veduta del Palazzo della Ragione attorno al 1745. Particolare di “Milano. Palazzo della Ragione (Portico)” di Marcantonio Dal Re, (Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli – Castello Sforzesco – Milano)
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Le Origini
. ….Il Palazzo, situato nel centro dell’antica piazza dei Mercanti, è oggi l’edificio più antico e “autentico” del Broletto. La sua costruzione iniziò nel 1228, per decisione del podestà Aliprando Fava che in accordo con il Consiglio generale del Comune deliberò di costruire una nuova piazza in sostituzione dell’antico Arengo. ….L’edificio fu concluso nel 1233 da Oldrado da Tresseno, ricordato dal bassorilievo di scuola antelamica raffigurante il podestà milanese a cavallo.
….Nelle pareti esterne dell’edificio, prevalentemente ricoperte in cotto, furono impiegati lacerti di antichi marmi che, come ricorda il Latuada, recano iscrizioni e memorie. Tra questi, l’altorilievo raffigurante la scrofa semilanuta, antica insegna cittadina di origini romano-celtiche ritrovato durante i lavori di sistemazione dell’edificio nel 1233 e collocato sul pilastro del secondo arco della loggia a piano terra.
. ….Sulla facciata, secondo alcune fonti, sarebbe esistito anche un affresco del Bramantino (1455 – 1530) raffigurante la Madonna col Bambino e Angeli, poi staccato nel 1808 e trasferito nella Pinacoteca di Brera a Milano. Nel dipinto, sul basamento del trono della Vergine, vi è un motivo con fiori di loto mentre su un gradino retrostante dipinto di rosso poggiano i due angeli in secondo piano, sullo sfondo di un cielo plumbeo.
….Pochi anni dopo la sua conclusione il Palazzo era già pienamente utilizzato, con funzioni amministrative, giudiziarie e di rappresentanza; era affiancato dall’antica e preesistente torre dei Faroldi, acquistata dal Comune assieme all’area destinata alla costruzione del Broletto e mantenuta in un primo tempo come torre Civica, ma demolita attorno al 1272.
….Per secoli le vicende del Palazzo si sono intrecciate con quelle della storia di Milano, assumendo sempre di più, oltre alla funzione civica anche una funzione economico mercantile, come dimostrato dai documenti conservati presso l’Archivio storico della Camera di commercio, in particolare i decreti del duca di Milano, che a partire dal 1481 concedono ai mercanti l’uso del portico del Palazzo pubblico come luogo di mercato.
….Pochi anni dopo la sua conclusione il Palazzo era già pienamente utilizzato, con funzioni amministrative, giudiziarie e di rappresentanza; era affiancato dall’antica e preesistente torre dei Faroldi, acquistata dal Comune assieme all’area destinata alla costruzione del Broletto e mantenuta in un primo tempo come torre Civica, ma demolita attorno al 1272.
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Veduta del bassorilievo di Oldrando da Tresseno da una stampa di Giambattista Bianchi, 1760 (Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli – Castello Sforzesco – Milano)
La statua di Oldrando da Tresseno rappresenta uno dei primi monumenti equestri in pietra dell’Europa medievale, e reca, sopra alla figura a cavallo, un’aquila, antico simbolo romano del comando. Nel registro inferiore della nicchia sono riportati alcuni versi che ricordano ai passanti i meriti del podestà Oldrando, cittadino di Lodi, che costruì il Palazzo e la cui difesa della fede fu dimostrata con la lotta contro gli eretici Catari.
“Anno del Signore 1233. Ad Oldrando di tresseno podestà di Milano. Tu che percorri gli atrii regali del grande palazzo, sempre ricorderai i meriti del podestà Oldrando, cittadino lodigiano, difensore della fede e della spada, che costruì il palazzo e bruciò i Catari (gli eretici), com’era suo dovere”
Stampa da: “De praeclaris Mediolani aedificiis quae Aenobarbi cladem antecesserunt”, Milano 1735 (Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli – Castello Sforzesco – Milano)
Particolare da “Madonna col Bambino e Angeli” del Bramantino 1509 (Pinacoteca di Brera – Milano)
. ….L’affresco è costruito in modo da essere visto dal basso, tuttavia le figure sono rappresentate in modo frontale. Particolare risulta essere l’uso della luce, proveniente da diverse direzioni, che delinea i volumi delle figure: un fascio colpisce in primo piano le gambe della Vergine mentre un altro illumina il viso dell’angelo a destra in secondo piano.
….La datazione corretta è stabilita attorno al 1509-1510, al ritorno del pittore dal soggiorno romano. La provenienza dell’affresco, a partire dal momento del suo ingresso in Museo nel 1808, viene attribuita all’Archivio notarile, sito all’interno del Palazzo della Ragione. Tuttavia, i più recenti studi condotti da Marco Tanzi in occasione della mostra Bramantino a Milano del 2012 portano a dubitare della notizia, propendendo invece per una probabile confusione con l’Archivio civico, che dal 1770 si trovava in Palazzo Carmagnola, sede del Broletto Nuovissimo. Negli anni del distacco, infatti, la cappella del Palazzo, Santa Maria della Neve, era stata appena soppressa, mentre recenti restauri dell’edificio hanno portato alla luce lacerti di pitture in stile bramantinesco. L’affresco quindi potrebbe essere stato erroneamente collegato al Broletto Nuovo in piazza dei Mercanti, dove peraltro si trovavano pitture murali tardo quattrocentesche.
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Le evoluzioni
….Per secoli le vicende del Palazzo si sono intrecciate con quelle della storia di Milano, assumendo sempre di più, oltre alla funzione civica anche una funzione economico mercantile, come dimostrato dai documenti conservati presso l’Archivio storico della Camera di commercio, in particolare i decreti del duca di Milano, che a partire dal 1481 concedono ai mercanti l’uso del portico del Palazzo pubblico come luogo di mercato.
….A partire dal 1559-1562, anche il Palazzo, come l’intero Broletto, fu oggetto di una riforma generale. Al suo interno il vasto salone cittadino venne suddiviso in verticale divenendo una “Corte di Giustizia” e venne creato appositamente un sottotetto, per adibirlo alla funzione d’archivio.
….Nel 1582 l’aula “di giustizia” subì nuovi adattamenti, a opera dell’ingegnere civico, Giuseppe Meda, e venne frazionata in un vasto ambiente (il cosiddetto “salone dei Giudici”) e in altri più piccoli e funzionali.
…. Dal 1771, con la decadenza o il trasferimento al di fuori del Broletto delle magistrature dell’Ancien régime, anche il Palazzo della Ragione cambiò funzione, divenendo archivio della Camera dei Notai.
….La sua fisionomia, antica di più di cinque secoli mutò radicalmente due anni dopo, nel 1773, quando per incrementate esigenze di spazio, l’edificio fu completamente rinnovato dall’architetto Francesco Croce che chiuse le trifore medievali e rialzò l’edificio realizzando degli ampi finestroni ovali (più piccoli sui lati lunghi e più grandi su quelli corti), ancora oggi visibili. Il Palazzo conservò la funzione di Archivio notarile per circa due secoli, fino al 1970, quando quest’ultimo venne trasferito e il piano superiore del Palazzo venne definitivamente sgomberato.
….Il portico al piano terra, completamente indipendente dagli spazi del piano superiore (a cui si accedeva, fino al 1967, dalla Casa del Panigarola, al cui interno v’era una scala che comunicava con il passaggio sopraelevato tuttora esistente), subì altre vicissitudini: risale al 1816 un progetto dell’Antolini per ospitare la Borsa all’interno del portico del Palazzo. Il progetto non fu mai realizzato e la Borsa continuò ad avere sede nella sala dei Giureconsulti, nell’omonimo Palazzo, dove vi si era trasferita sette anni prima.
….Nel 1854 l’architetto Enrico Terzaghi, chiuse il portico del pianterreno con vetrate e armature in ghisa. Il soffitto fu sostituito da volte a vela, per trasformare l’ambiente nella sala di contrattazione dei commercianti; tra il 1866 e il 1870 tale spazio ha ospitato la prima sede della Banca popolare di Milano.
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L'interno e le sue funzioni
Particolare della ricostruzione della sala interna al palazzo di Alfonso Quarantelli, (Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli – Castello Sforzesco – Milano)
…. In occasione dei rimaneggiamenti tra il 1726 e il 1727, anche le pareti interne vennero riaffrescate con simboli araldici e i seggi dei giudici civici con stemmi gentilizi dei magistrati.
….Sulla parete che affaccia su via dei Mercanti erano dipinti gli stemmi dei titolari delle magistrature civiche e lo stemma del Giudice dei dazi con una finta architettura che incornicia gli elementi lignei, opera di Giuseppe Gallo e Gabrio Antonio Bracieri. Sul lato opposto verso piazza dei Mercanti sono dipinti il seggio del Giudice delle strade, quello del Giudice del cavallo e infine la finta architettura del seggio del vicario pretorio, proprio di fronte al già citato seggio del Giudice dei dazi. Sempre sul lato che affaccia sulla piazza ma verso l’ingresso è dipinta una cornice, intorno alla lapide che ricorda i lavori di rifacimento del tetto, costituita da un drappo con gli stemmi dei magistrati (in particolare quelli del podestà e del vicario di Provvisione), opera di Giovanni Romagnoli.
….Nella parte alta delle pareti sono invece presenti un frammento di una Crocefissione quattrocentesca e lacerti di affreschi due-trecenteschi con pesci entro girali di foglie, iscrizioni gotiche, un corteo di cittadini e soldati con i simboli delle porte milanesi, il profilo di un toro che potrebbe alludere a un ciclo zodiacale.
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Affresco del Banco dei Magistrati (foto di Giovanni dall’Orto)
Affresco con gli stemmi dei magstrati (foto di Giovanni dall’Orto)
Affresco del Banco dei Magistrati (foto di Giovanni dall’Orto)
Affresco con stemma conte Guido Antonio Stampa (foto di Giovanni dall’Orto)
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Le modifiche dell'edificio e i restauri
….Dalla sua costruzione fino a circa la metà del XVIII secolo l’edificio subì diversi interventi di restauro, sia per il rifacimento di parti strutturali (1590, costruzione della nuova soffittatura del portico) o a seguito di calamità (1614, restauri a seguito di un incendio scoppiato all’interno della piazza dei Mercanti). Sono frequenti le notizie di interventi di miglioramento dell’accessibilità alle funzioni in esso contenute (inserimento di una scala a chiocciola nel 1633 e di una scala in pietra nel 1684) e d’interventi di ordinaria manutenzione (esecuzione di nuovo pavimento nel 1647, sistemazione del portico nel 1688, e del tetto nel 1690).
….L’ultimo ciclo di interventi realizzato al Palazzo della Ragione come più importante edificio civile di Milano risale al 1722-1726, quando furono rifatte le capriate della copertura e le soffittature su progetto di Antonio Quadrio, ingegnere civico.
….Fu il governatore della città conte di Coloredo che, su richiesta dell’Universitas Mercatorum, acconsentì a liberare il portico dalle botteghe che ne ostruivano il passaggio. In suo ricordo e a dimostrazione di gratitudine venne posta la statua a bassorilievo in marmo bianco con il ritratto del conte e un’iscrizione in marmo nero, riportata anche nella guida del Latuada[1].
Il pozzale di Palazzo della Ragione
….Con la dismissione dello spazio dell’Archivio notarile la città si interroga nuovamente sul destino del Palazzo, e in particolare sull’opportunità, avanzata da più parti, di riportare l’edificio all’aspetto originario, demolendo il sopralzo del Croce. La vicenda trovò conclusione nel 1978 quando Marco Dezzi Bardeschi su incarico del Comune di Milano restaurò il Palazzo, intervenendo in modo meramente conservativo sulle superfici, sia esterne che interne, salvaguardando, quindi, anche il sopralzo settecentesco; inaugurò così un nuovo modo d’intendere il restauro e operò anche a livello pratico e per la prima volta nella storia del restauro architettonico, la separazione tra il concetto di “restauro” e quello di “conservazione”.
….Nel 1955 furono installate, dal sindaco Virgilio Ferrari, e inaugurate da Ferruccio Parri, le 19 lapidi in bronzo commemorative per i caduti della Resistenza.
Risale invece al 1985 la scala esterna in carpenteria metallica e vetro, che consente l’accesso al piano superiore, dal lato verso piazza del Duomo.
….La fisionomia esterna del Palazzo subì nuove modifiche nel 1870 quando, con lo scrostamento dell’intonaco, si riportarono a vista le murature, e ancora nel 1905, con la riapertura dei portici e lo smontaggio delle impannate del Terzaghi.
….I portici vennero di nuovo provvisoriamente richiusi a partire dal 1944: dal 27 luglio la Rinascente pose la sua sede provvisoria sotto il portico con un prefabbricato che occupava gran parte della piazza dei Mercanti, dal momento che i bombardamenti dell’agosto 1943 avevano distrutto la sede di piazza del Duomo. Tale situazione si protrasse fino al 31 marzo 1951 quando, con il ritorno della Rinascente alla sua sede originaria, vennero ripristinati la piazza e il portico.
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